Il Comune

 

 

 

 

 

Baronissi si trova lungo la SS 88 (dei "Due Principati"), a circa 6 km a nord di Salerno, 4 da Mercato San Severino e circa 35 da Avellino. È sita al centro della Valle dell'Irno, in una conca dove sorge il fiume omonimo. Nel territorio comunale (nei pressi di Capo Saragnano) si trova il Parco regionale del Monte Diecimari.
Il capoluogo è urbanisticamente saldato, alla periferia orientale, con la frazione di Sava, la più popolosa del comune. Il recente sviluppo demografico ha portato Baronissi, soprattutto nell'ultimo decennio, ad un notevole incremento edilizio. Baronissi ospita la facoltà di medicina e chirurgia dell'Università degli studi di Salerno.
La costituzione del comune di Baronissi, situato al centro della valle dell'Irno, si deve a due importanti personaggi: Giuseppe Bonaparte (re di Napoli e poi di Spagna) e Gioacchino Murat, generale francese e re di Napoli che sposò la sorella di Napoleone nel 1797. Il primo abolì il sistema feudale, il secondo proclamò, il 26 gennaio 1810, il comune di Baronissi. Lo storico palazzo municipale, danneggiato dal terremoto in Irpinia del 1980, è stato successivamente demolito e rimpiazzato da un moderno edificio inaugurato nel 1998.
Il centro storico di Baronissi è costituito da un gruppo di Casali, si trova nella parte alta ad ovest del paese. I Casali (Casa Fumo, Casa Mari, Casa Napoli e Casal Sinscalchi) si trovano tra la chiesa collinare del "SS.Salvatore" e la "Villa Farina" (non lontana dal municipio), appartenente alla omonima famiglia nobile locale.
Dal 1811 al 1860 è stato capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Salerno del Regno delle Due Sicilie.
Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia è stato capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Salerno.

  
IPOTESI PER UN ITINERARIO DEMO-ETNO-ANTROPOLOGICO
   
Baronissi è raggiungibile dalla vicina Salerno, passando per la località Fratte, area archeologica etrusco-sannitica ed importante in età contemporanea per le industrie cotoniere di fondazione belga.
Percorrendo la Spontumata, incontriamo la piccola località di Aiello, sulle quali alture i resti di una rocca; si affaccia la piccola chiesa dedicata a San Pietro Apostolo, rimaneggiata; sulla facciata una Madonna lactans franco borgognona.
Le tracce dell’antica fondazione sono visibili nel campanile.
Se percorriamo la strada che ci ha condotto sulle alture in senso inverso, ci troviamo in via Indipendenza, dove sono i resti di una chiesa un tempo dedicata alla Madonna del Rosario.
In località Acquamela la casa appartenuta alla Regina Margherita di Durazzo, scelta per la amenità del luogo, vista la vicinanza al fiume Nofilo, affluente dell’Irno dal quale la Valle prende il nome.
Accanto alla casa della Regina Margherita, una Chiesa già Convento dedicato alla Santissima Annunziata, oggi dedicata a San Domenico di Guzman.
Il portale di ingresso alla chiesa, con cornice in piperno,arco ribassato in stile catalano; un confronto con il portale del palazzo Penne di Napoli.
Sulla facciata un lacerto di affresco con Angelo Annunciante, attribuibile a Roberto D’Oderisio.
All’interno della chiesa affreschi di Angelo Michele Ricciardi, pittore settecentesco nativo di Penta, località appartenente al comune di Fisciano.
La frazione di Acquamela è andata sviluppandosi in altezza creando un dislivello con il centro storico.
Il fiume scorre attraversando via Alemagna, questo fino ad Antessano, infatti per la vicinanza delle acque fluviali, ad Antessano ci sono resti di industrie che costituiscono oggi l’archeologia industriale del luogo.
Proseguiamo in direzione Baronissi, una salita ci conduce nella frazione di Antessano, con la piccola chiesa dedicata a Sant’Andrea Apostolo, con cripta sottostante.
Entrando sulla sinistra due tele, una Gloria di Sant’Andrea di Angelo Michele Ricciardi, un Martirio del Santo di Francesco Sessa.
La piccola frazione si estende fino alle pendici del Monte Stella.
Nel suo piccolo centro storico in via Antonio Villari, l’ingresso di una abitazione della famiglia Sanseverino, lo stesso stemma lo ritroviamo in via Fioravante Quaranta.
In via Francesco De Sanctis uno stemma con mascherone dagli occhi aggettanti, denti digrignati e corona.
In direzione Baronissi, incontriamo Sava, il quale nome di ceppo indo europeo, area di interesse archeologico per la presenza di pozzi in via Staccaruli, la villa romana del I secolo a.C., poi catacombe dedicate a Santa Agnese, probabilmente si tratta della Badessa del convento intitolato allaSantissima Annunziata di Acquamela.
Le catacombe presentano, rappresentazioni dell’Arcangelo Michele, una Madonna con Bambino, in merito a questo:
 
“Weread the frescoes of Sava, alsobased on the paper of Prof. Avino.
In the first instancewefind the triptychcomposed of the enthroned Madonna, the Ascension and the Trinity.
The scenes are dated 23 January 1424 and the signinginterpreted by Scavizzi “Di Perole”, reinterpreted by Avinoas F(i)esola”.

(Stefano Esposito, Third International Conference Diagnosis for Valorization and Conservation of Cultural Heritage, Napoli 2013)
 
La vicina frazione di Fusara bagnata un tempo dal fiume che ha scavato il vallone a Sava, località chiamata oggi il Vallone.
A Fusara la piccola chiesa di Santa Maria delle Grazie già chiesa di Santo Stefano.
Entrando a sinistra un affresco con Madonna e committente, di pittore lucano cinquecentesco.
Verso l’altare sulla destra, sonoin cattivo stato di conservazione gli affreschi, dei quali si riconosce una Trasfigurazione.
La lavorazione della lana, portò la toponomastica ad attribuire alla piccola frazione il nome di Fusara.
Ancora oggi in estate viene organizzata la Giostra dei Lanaioli, sullo stile del Palio di Siena, nella quale ogni frazione indossa propri costumi, gli stemmi sui quali sono raffigurati gli animali tipici del luogo, la rana, il riccio, la volpe.
Ritornando in località Il Vallone, percorriamo via Enrico Berlinguer, di fronte, ad accoglierci il Convento dedicato alla Santissima Trinità sul Monticello, dal quale poi ha preso il nome.
Prima di fare ingresso a Baronissi, saliamo verso Casal Barone, troviamo la Chiesa intitolata al Santissimo Salvatore, all’interno del quale stemmi della famiglia Campanile; altri stemmi della stessa famiglia a Napoli nella Chiesa di Santa Maria La nova, nella Chiesa annessa al Conservatorio di San Pietro a Maiella.
Uscendo dalla chiesa del Santissimo Salvatore, una gradinata con cappella votiva maiolicata Settecentesca, al termine della gradinata il Vicolo del Sole, con portali sormontati dagli stemmi della famiglia Torres, da confrontare con lo stemma della Chiesa di Santa Caterina della Rosa sorta sule rovine del Monastero di Santa Maria DomineRosae, nella Crypta Balbi, dove sono conservate le sepolture di Ludovico Torres e Bartolomeo Piperis morti a metà Cinquecento.
Attraversando il vicolo del Sole, in direzione del Corso Garibaldi di Baronissi; alla sinistra del Corso andando verso il Municipio la piccola chiesa ora dedicata a San Pio.
Sulla sinistra la Villa Comunale, alla destra il Palazzo Ricciardi ed il Municipio, originale esempio di ingegneria navale, con oblò simili ad imbarcazioni.
Attraversiamo a piedi la villa Comunale e su via Trinità, si erge il Convento della Santissima Trinità
Le fonti lo vogliono di fondazione Cinquecentesca, la sicura fondazione medievale, collegata alla diffusione dell’Ordine dei Frati Minori, tant’è vero che a Salernoè conservato un Codice miniato Francescano.
Il tracciato che conduce al Convento è delimitato da resti di un castello, alla sinistra una piccola cappella in piperno; la Chiesa con dipinti Settecenteschi di Angelo Michele Ricciardi, sul soffitto le tele di Andrea Miglionico; lo stemma di Decio Farina sull’architrave di ingresso all’altare, famiglia della quale c’è una Villa in località Saragnano; sculture in legno di Nicola Fumo, nativo di Saragnano..
Nel coro un pavimento settecentesco maiolicato con motivi geometrici; un corridoio ci conduce al Chiostro, con scene Francescane e della Vita del Santo, erroneamente  attribuite ad Angelo Michele Ricciardi, possibile attribuzione ad un Maestro denominato Maestro degli Ordini vicino a Cherubino Alberti, infatti il suo stile rintracciabile a Capaccio, Gioi, Ottati nel Cilento, può essere confrontato con le Storie francescane nel Chiostro di Sant’Onofrio al Gianicolo a Roma.
Il convento dipendente in origine dall’Università dell’antica Rota, oggi Mercato Sanseverino, entrambe dipendenti dal Monastero di Montevergine, infatti fonti vogliono che il Convento originariamente fosse una Casa verginiana, dei quali documenti sono reperibili nell’archivio della Santissima Annunziata di Napoli.
  
 


Città

di Baronissi

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